Ma come mai ci si maschera a carnevale? Lo spirito della festa è quello di livellare l'ordine delle cose, ribaltare la realtà con la fantasia e travestirsi da ciò che non si è.
È cominciato il periodo più pazzo dell’anno: il Carnevale. Il proverbio…
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Ma come mai ci si maschera a carnevale? Lo spirito della festa è quello di livellare l'ordine delle cose, ribaltare la realtà con la fantasia e travestirsi da ciò che non si è.
È cominciato il periodo più pazzo dell’anno: il Carnevale. Il proverbio associato al carnevale, derivato dall'antico detto latino «semel in anno licet insanire» - "una volta l'anno è lecito impazzire" - la dice lunga!
La parola "carnevale" deriva dal latino -carnem levare- ovvero "eliminare la carne" poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (il martedì grasso) prima del periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima, durante la quale a nessuno era concesso di mangiare carne. Il Carnevale non ha una data fissa: ogni anno dipende da quando cade Pasqua. Il tempo di Carnevale infatti inizia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua; raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima.
Ma come mai ci si maschera a carnevale? Lo spirito della festa è quello di livellare l'ordine delle cose, ribaltare la realtà con la fantasia e travestirsi da ciò che non si è. Nel Medioevo, ad esempio i popolani potevano per poche ore divertirsi senza pensieri e sentirsi al pari dei potenti: persino lo scemo del villaggio poteva indossare una corona!
In Italia, ogni Regione festeggia il Carnevale a suo modo, ma colori e voglia di divertirsi accomunano le feste di tutto lo Stivale. Ma quale è la storia del Carnevale nel nostro territorio?
Ne parliamo il 20 Febbraio presso la sede dell’OpenHub Lazio di Viterbo, Via Rossi Danielli, 11, con il Prof. Quirino Galli autore del volume” Carnevale. Storia di Carnevale dagli archivi della Tuscia viterbese”. Si racconterà di un viaggio dal 1214 al 1940, ponendo un limite areale nella Tuscia viterbese per dare concretezza al raffronto tra i processi storici e il mutare dei sistemi culturali. Ma è anche la condizione metodologica per riscontrare le relazioni tra il persistere di motivi carnevaleschi, come l’inversione dei ruoli, la maschera, la grande abbuffata, il ballo, la satira sociale, e il potere politico.
Il Prof. Quirino Galli, antropologo e viterbese di adozione, ha già scritto 15 libri che interessano la Tuscia e numerosi saggi. È stato docente di Storia del Teatro e Teoria e prassi della messinscena presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo e assistente alla regia con Orazio Costa Giovangigli. Ha collaborato con il prof. Federico Doglio, fondatore del Centro di studi sul teatro medioevale e rinascimentale.
I posti sono limitati! Per partecipare all'evento è necessario prenotare, chiamando il numero verde 800 985099 o scrivendo all'indirizzo mail viterbo@openhublazio.it
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